La nostra organizzazione, La Rete dei Comunisti, di cui sono uno dei coordinatori nazionali, è presente in Italia dai primi anni settanta, ed è stata attiva storicamente con nomi diversi, come Organizzazione Proletaria, Lista di Lotta, Forum dei Comunisti. Ora da 15 anni ha assunto il nome di Rete dei Comunisti. La coerenza marxista che abbiamo avuto nel tempo ci ha dato ragione; non siamo un grande partito e non abbiamo la presunzione di chiamarci partito. Potevamo fare questo passo anni fa, ma siamo marxisti e leninisti e concepiamo l'organizzazione comunista come un'organizzazione di militanti e di dirigenti presenti nei territori, presenti nelle lotte e nei quartieri, nel sindacato e nei posti di lavoro in tutte le forme articolate dei movimenti di massa e di classe. Spesso stiamo in strutture di massa non direttamente a carattere comunista, ci sono movimenti in cui partecipiamo con le nostre strutture della Rete dei Comunisti, come nelle battaglie per la Palestina o quelle per la solidarietà politica con Cuba, nelle questioni internazionali, le lotte sulla precarietà, per l'occupazione delle case, per i diritti al salario sociale ecc.
La Rete dei Comunisti è presente in tutta Italia, siamo presenti fortemente nel sindacalismo di base, sindacalismo di classe lo chiamo e siamo molto critici con la situazione dei rappresentanti attuali dei sindacatiufficiali, che sono concertativi e consociativi e che non rappresentano più gli interessi degli operai e dei lavoratori
Questa situazione, si è accentuata in particolare con la crisi e la nostra coerenza ha fatto sì che in questi anni abbiamo saputo svolgere un ruolo secondo me egemone sul piano culturale e sulla determinazione dell'agenda politica della sinistra di classe, e lo sottolineo perché, noi abbiamo espresso in tutto questo periodo un'egemonia di carattere marxista nel paese.
Mi chiedi la mia provenienza politica: ho cominciato la mia militanza in Potere Operaio, un gruppo della sinistra extraparlamentare, poi con alcuni Comitati di Quartiere, con gli studenti dell'Università e poi con questi compagni, della Rete dei Comunisti, che ho sempre apprezzato anche negli anni settanta, perché erano la presenza reale dell'organizzazione proletaria a Roma: stavamo già da allora nei quartieri proletari, nelle fabbriche, nelle case occupate del Tiburtino,nelle scuole occupate... In questi anni abbiamo lavorato molto ed oggi, per esempio, le relazioni internazionali della Rete dei Comunisti sono sempre più importantii e di qualità: con il Partito Comunista del Venezuela (PCV), si sta rafforzando sempre più il rapporto ed è un punto di riferimento per noi fondamentale, come il lunghissimo e intenso legame con il Partito Comunista di Cuba (PCC) e con altri tantissimi Partiti e movimenti sociali con contenuti di classe, Bolivia e tutta l'America latina, in Europa ecc.,anche se non necessariamente comunisti.
Solo con la militanza, che nessun rivoluzionario può abbandonare avendo come punto di riferimento tutte le considerazioni di carattere economico con la critica marxista, la vigenza della legge del plusvalore, il materialismo storico e dialettico, considerando i confronti in atto della lotta di classe e la visione strategica e tattica della situazione concreta del conflitto capitale lavoro, potremo ottenere dei cambi concreti.
Nonostante le contraddizioni, l'America Latina sta facendo degli importanti passi avanti per una trasformazione mondiale con processi differenti, a cui però partecipano la classe operaia, il movimento sindacale, il movimento degli indigeni, dei partiti della sinistra. L'America Latina, con tutto questo è diventata un riferimento necessario per la costruzione del socialismo del e nel XXI secolo.